Siamo in marcia. Da 2 giorni maciniamo chilometri insieme a Rabhie, la nostra guida tanto innamorata della sua terra. Il paesaggio fuori dal finestrino scorre velocemente e più di una volta mi chiedo se i colori lì fuori sono reali. Il verde è troppo brillante, il rosso è troppo acceso, il cielo è troppo terso. E’ un’immensa tavolozza meravigliosa. Mi lascio cullare dalla velocità e dalla musica araba che ascolta Rabhie, mi addormento più di una volta e alla fine superiamo anche Erfoud, l’ultimo villaggio prima delle dune. Il percorso diventa improvvisamente dritto e regolare e, intorno a noi, il nulla assoluto. La strada sembra infinita ma, in lontananza, finalmente lo scorgo ed è così bello da sembrare finto:
è il deserto.
Arriviamo a Merzouga e una sosta in hotel diventa obbligatoria dopo così tanta strada. Distesi su grandi cuscini sorseggiamo té alla menta, iniziamo ad immaginare la nostra notte tra le dune e, soprattutto, mi preparo psicologicamente alla traversata a bordo di un fuoristrada. Poco dopo, invece, scopriamo che il programma è cambiato e troviamo ad attenderci il nostro cammelliere, un ragazzo estremamente silenzioso che senza troppi fronzoli ci guida verso i dromedari e ci dice di salire, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
E’ la prima volta che vedo questi animali così da vicino: sono molto più grandi di quel che immaginavo, il loro pelo è ispido e pungente, emettono strani suoni che sembrano lamenti e, fortuna delle fortune, il mio risulta essere il più nervoso e ribelle della carovana. Inizia così la traversata nel deserto e mi si cuce addosso una sensazione tra il divertito e il preoccupato… infatti, dopo pochi minuti, realizzo alcune cose mai lette in alcuna guida:
- Salire su un dromedario è una figata; una spinta dietro e una avanti ed eccoti lassù, padrona del deserto, pronta a cavalcare la sabbia. Scendere, però, non lo è affatto: quando la bestiola si butta in avanti non lo fa con molta grazia e ho rischiato seriamente per un pelo di cappottarmi.
- Stare lassù è scomodo. Ma non poco. Non ci sono staffe su cui poggiare i piedi e quando il dromedario percorre le dune in discesa giustamente un po’ sprofonda: la conseguenza è che devi fare resistenza con braccia e osso sacro. Avete presente i dolorini del primo giorno dopo aver iniziato la palestra? Bene, moltiplicateli almeno x3.
- Ho presto imparato che, per la legge del secondo punto, più il dromedario è alto e più si sente dolore nelle discese. E indovinate a chi è capitato il dromedario più grande della storia dei dromedari?
Ciò nonostante, il silenzio irreale e il colore delle dune mi stregano. I minuti scorrono velocemente e con gli occhi seguo silenziosamente il saliscendi della sabbia, la sua forma, le ombre che si materializzano. Il vento è sferzante e accarezza le dune in un gioco che quasi mi ipnotizza. Durante una breve sosta incontro i 2 ragazzi berberi che probabilmente fanno parte del ricordo più bello che ho di questo mio viaggio in Marocco: Moustafa (che ormai conoscete un po’ anche voi) e Youssef, l’unico che va a scuola e che si diverte a scrivere il mio nome sulla sabbia. Dopo pochi minuti, però, l’intera carovana si ammutolisce: il sole sta per morire e l’intero paesaggio viene pervaso da una luce dorata che illumina volti, occhi ed emozioni. E’ l’ora del tramonto… probabilmente il più bello della mia vita.
L’accampamento è ormai vicino e l’idea di trascorrere lì la notte mi elettrizza: non capita tutti i giorni di addormentarsi tra le dune dell’erg Chebbi! Arriviamo quando la luce è ormai fioca e subito veniamo accolti con il classico benvenuto di questa meravigliosa terra: la condivisione del rito del té. Inizio a perlustrare il campo e noto le grandi tende, sia multiple che doppie, più una grande centrale che ha la funzione di ristorante. Il nostro nido per la notte è appunto una di queste tende che, come arredamento, ha solo un tappeto e un giaciglio con vecchie coperte e cuscini duri e pesanti… e ai miei occhi sembra il luogo più romantico del mondo. I ragazzi berberi ci preparano e servono la cena e subito dopo eccoci tutti intorno al fuoco ad ascoltare la musica e a lasciarci ipnotizzare e poi cullare dalle loro voci e dai loro balli. Le mani dei suonatori sono sapienti e veloci, le nostre si uniscono al ritmo dei tamburi e l’atmosfera mi fa dimenticare completamente tutto il male del mondo: sono lì, in quel momento, e sono felice.
Il resto, per un attimo, non conta.
E’ quasi mezzanotte. Le luci nel campo si spengono ma non farò come Cenerentola, la notte non è ancora finita: c’è Moustafa che ci aspetta lì, sotto le stelle, e vi ho già raccontato il regalo stupendo che mi ha fatto. Eccola la mia notte nel deserto, con il fruscio del vento a farmi ogni tanto sobbalzare e con la sveglia appena 15 minuti prima dell’alba… che non mi sarei persa per nulla al mondo.
Osservare il sole che muore e che poi rinasce tra le dune è davvero un qualcosa di indescrivibile.
Sono assonnata e mi stropiccio gli occhi, i dromedari sono pigri e svogliati quasi quanto me (e non starò qui a raccontarvi quanto ho sofferto al ritorno… voi ricordate solo la sensazione del dolore dopo il primo giorno di palestra). No, piuttosto voglio raccontarvi quanto lo rifarei. Non una, non 10… ma 1000 volte. Davvero. Di nuovo dromedari, di nuovo dormire vestiti e di nuovo il fumo che ti fa bruciare un po’ gli occhi ma anche di nuovo le kefieh a proteggerci da vento e sabbia, la notte stellata, le parole di Moustafa, gli spettacoli che solo la natura sa offrire. Un’esperienza totalizzante, talmente intensa e gonfia di emozioni che è quasi difficile da raccontare. Bisogna semplicemente viverla almeno una volta in questa strana vita. E’ magia e la frase che per me riassume questa notte nel deserto è sempre e solo lei:
tamburi sincronizzati con il battito del mio cuore.
46 Comments
Che viaggio incredibile… ho immaginato i colori, i suoni e le sensazioni che hai provato tu. Che meraviglia di posto e che persone fantastiche hai incontrato 🙂 un pò meno i cammelli magari XD
Il viaggio in Marocco è stato per me il viaggio dell’anima. Il cuore si è completamente aperto verso un popolo incredibile e ho paura che i miei occhi siano stati troppo piccoli per contenere tutte le meraviglie incontrate. Meno male che c’è la memoria! Grazie, è sempre bello leggere i tuoi commenti…
p.s.: i cammelli alla fine sono anche simpatici dai! 😉
Di sicuro sono utilissimi se non vai in palestra XD
non posso leggere queste meraviglie (ben descritte) e vedere questi colori (su queste belle foto) ed essere rinchiuso in ufficio… 🙂 guardando il lato positivo… mi hai fatto fare un piccolo viaggio con la mente. Ci provo ad andarci, in Marocco, magari a fine anno… complimenti anche all’immenso dromedario 🙂
a volte mi piacerebbe vedere l’espressione del mio viso mentre scrivo. Mi rendo conto di entrare totalmente in un’altra dimensione ed è bellissimo rivivere certe emozioni… è l’immenso potere della scrittura e delle fotografie! Attimi catturati per sempre… e mi sa che tu ne sai qualcosa 🙂
Ti auguro con tutto il cuore di andarci in Marocco… e di salire su un immenso dromedario!
Come fai? Come ci riesci? Come fai a farci viaggiare mentre stiamo seduti sul divano? Brava, brava, brava. Le foto poi…
Come fai tu piuttosto a farmi sentire sempre così. Bene. Felice.
Dobbiamo andarci insieme, ricordalo… <3
Hai scritto una poesia, veramente. Sei delicata quando racconti, e ti immergi nelle sensazioni. Questi racconti sul Marocco mi stanno facendo emozionare. Li leggo uno dopo l’altro, con la pace nel cuore trasportata dalle tue parole.
Bravissima, Tesoro!
Credo che certe emozioni tu riesca a sentirle in modo più profondo perché sono luoghi che anche tu hai vissuto, hai percepito, hai amato. Te l’ho già detto ma te lo ripeto qui: mi rendi felice. Sai quanto ci tengo a te e al tuo pensiero… e se l’hai dimenticato sappi che la risposta è TANTISSIMO! 🙂
Che bello questo articolo. Mi piace come descrivi i colori e le forme del deserto. Mi piace anche perché fa sorridere. Ok ora ho ufficialmente voglia di partire. Brava.
Diciamo anche che l’immagine di me mentre rischio di cappottarmi da un dromedario è esilarante, dai 🙂
Grazie Ste, non è stato per niente facile provare a descrivere i ricordi e sono tanto felice che invece ti siano arrivate certe sensazioni. Grazie di cuore :*
Racconto molto emozionante accompagnato da splendide foto !
Sembrava di esser su un dromedario lì con te !
Bravissima !
Max
Sei sempre tanto tanto gentile Max!
Grazie davvero, sapere di essere riuscita a regalare un’emozione è la cosa più bella del mondo!
Che brava questa Farah che sorprende ogni giorno di più’. Ah e ti ci vedo in groppa al cammello più’ grosso, vivace e tremendo di tutti. Che bel racconto, grazie Farah, mi hai fatto riaffiorare alla mente fantastici ricordi. un abbraccio!!!
Marti, dovevi vedere la mia faccia quando si è liberato dalla corda e ha iniziato ad andare per conto suo… hai presente il terrore? 😛
Grazie tesoro, adoro leggerti e adoro trovarti qui, per me è un piacere indescrivibile… ti abbraccio come tu sai!
Mi hai fatto venire i brividi e la voglia di fare la stessa esperienza cresce ancora di più. Il deserto ha qualcosa di magico e tu l’hai descritto meravigliosamente.
E’ magia. Davvero. Mi ripetevo: ma perché non ci sono venuta prima? Perché ci sono luoghi così assurdamente belli? Mi basterà una vita per vederli tutti?
Intanto iniziamo… da qualche parte arriveremo. 🙂
Spero davvero che tu riesca a vivere questa esperienza un giorno… non la dimenticherai mai!
Un forte abbraccio**
Che dire? Tanta invidia per ciò che hai vissuto. Adesso mi toccherà andare appena possibile in Marocco e cercare di fare la tua stessa esperienza nel deserto. Ti faccio i complimenti per le foto, perché sono davvero spettacolari!
Assolutamente DEVI andare e fare un’esperienza… ancora più bella! 🙂
Grazie mille per il commento e per i complimenti, mi rendono felice!
Ricordo benissimo i dolorini da dromedario!! Bellissimo post e stupende foto!! Clap clap clap!!
Allora non sono l’unica ahahha
Grazie per il commento e per l’applauso! 😉
Farah, che meraviglia! Questo post mi ha catapultato nel deserto, nel tuo deserto e nel mio deserto, quello del Sahara tunisino dove sono stata più di 10anni fa ormai! ma il ricordo e’ vivissimo. Attraversare dune di sabbia rossa in mezzo al ‘nulla’ e’ una delle cose più emozionanti che abbia fatto fino adesso nella mia vita,avevo le lacrime agli occhi. Belle parole e belle foto, come sempre 🙂 grazie.
hai perfettamente ragione, trovarmi lì in quel momento ha commosso anche me. Quel tramonto… come fai a non emozionarti e a non pensare all’attimo meraviglioso che stai vivendo?
E’ incredibile.
Grazie Cri, sei sempre dolcissima e sono io a ringraziare te!
Ma come fai??! Mi sembrava di essere lì….
Non avevo mai pensato fino ad ora di andare in Marocco ma con questo tuo post é saltato direttamente in alto bella classifica!! Wow…foto stupende e emozioni che mi è sembrato di vivere!!
Tu sei un cuore!
E sono felice di averti fatto venire voglia di Marocco perché devi assolutamente andarci 🙂
Ti abbraccio forte…
Il Marocco è una di quelle mete che mi manca, ma prima o poi dovrò andarci. Con questo tuo articolo sei stata davvero esauriente, e anche se non ci sono mai stato, hai reso perfettamente l’idea di quello che rappresenta il Marocco, la vera essenza, il deserto, le emozioni e poi tante tante fotografie! Bellissimo!
Che commento meraviglioso! Grazie davvero, sono felice che sia arrivata tutta l’emozione che ho provato durante questa mia incredibile esperienza. Un articolo non deve nascere con troppi pensieri, ma quando hai voglia di tirare fuori qualcosa che custodisci dentro… ed è stato così. Un flusso di coscienza 🙂
Un abbraccio e ancora grazie…
Immagini fantastiche mescolate ad una narrazione coinvolgente. Vorrei essere lì, ora.
Bello leggere questo commento. Davvero. Scalda il cuore.
Grazie!
Oddio che foto meravigliose! E le tue parole!
Uno dei tuoi articoli più belli cuore, davvero! Wow! 🙂
Tamburi sincronizzati col battito del tuo cuore <3
E sapessi come palpitava il mio cuore davanti a quel tramonto indescrivibile!
Grazie Vitullina e bentornata… mi sei mancata 🙂
Concordo con Manu: uno dei tuoi articoli più belli! Grazie per queste emozioni che mi hai ragalato 🙂 :*
Grazie tesoro, davvero… è stata una notte incredibile e sono contenta di essere riuscita a trasmettere le mie emozioni! :*
Eccone un altro. I tuoi articoli sul Marocco sono un viaggio vero e proprio, nei colori, nei sapori, negli odori e nelle sensazioni che hai vissuto e che riesci a trasmettere con la tua scrittura sensibile e preziosa. Impazzisco dalla voglia di sentire quel silenzio e vedere quel tramonto. Grazie, grazie, grazie 🙂
Grazie a te Erika, davvero, perché hai un’anima sensibile e si percepisce tantissimo. Quel tramonto è davvero pace per l’anima, nel silenzio del deserto, con il vento che soffia forte. Indimenticabile.
Ti abbraccio forte!
Grazie a te Farah, per le tue parole e per l’abbraccio che ricambio, aggiungendo un sorriso! 🙂
che meraviglia! grazie alle tue foto sono tornato indietro alla mia vacanza fatta anni fa! un’esperienza bellissima che la puoi capire solo se la vivi sul posto! buona domenica
eh si, è davvero difficile descrivere cosa la natura può scatenare nell’anima di una persona. Ricordo il cuore scoppiettante di gioia, sono attimi che non si dimenticano!
Grazie per questo tuo commento Andrea 🙂
Bell ‘articolo e splendide foto…un giorno ci andrò anch’io in Marocco! grazie
Te lo auguro perché è una terra a dir poco splendida! 🙂
Un abbraccio e grazie a te
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Il Marocco è una di quelle mete che sto riponendo piegate nel cassetto in attesa di realizzarla.
Ma questo articolo, queste parole, questi colori mi hanno trasportato direttamente li con te su quel dromedario maledettamente grande.
Mi hai fatto venire i brividi da quanto hai scritto bene!!
che commento bellissimo, grazie davvero!
E ti auguro con tutto il cuore di andare presto in Marocco, è una terra che ti resta dentro. Con i suoi colori, i suoi odori, la sua gente.
Un abbraccio e ancora… grazie!
Hai come la mia stessa intensità di vivere.
Grazie Farah.
Continua a riempire i tuoi cassetti e i nostri sogni.
🙂
E’ raro ricevere commenti così belli.
Grazie Erica, di cuore, sei una bella dose di cose belle.
🙂