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My Instamonth: Novembre 2017

[Soundtrack consigliata: Oh vita! – Jovanotti]

E’ stato un mese di Novembre davvero tanto intenso. Sono stata a New York e ho vissuto emozioni uniche come il primo avvistamento delle balene in oceano aperto a Boston oppure gli abbracci con Elena a Milano o ancora lo stupore al cospetto delle Cascate del Niagara. Eppure il momento più significativo del mese l’ho vissuto proprio qui, a casa. E sto per raccontarvelo.

Rimini, giorno qualunque di Novembre. Mi ritrovo come sempre ad uscire dall’ufficio e a camminare nel parco per raggiungere la fermata del bus e rientrare a casa. Fa molto freddo, mi sento particolarmente stanca e nervosa e ripercorro con la mente tutte le cose che devo fare prima di crollare sfinita a letto. Con i miei fedeli auricolari alle orecchie e Spotify a tutto volume, arriva finalmente l’autobus e mi ricordo di non avere il biglietto. Porgo così 5 euro all’autista chiedendone uno (i biglietti si possono acquistare anche a bordo ad un costo più alto) e lui mi risponde con un secco “spiacente, non ne ho. Vai alla macchinetta”. Un po’ perplessa vado alla macchinetta a bordo e mi accorgo che accetta solo monete, che ovviamente non ho. Torno dall’autista spiegandoglielo, e questo simpaticone mi risponde in modo ancora più seccato “mi spiace ma non posso farci nulla”. Mi siedo quindi sconfitta e preoccupata, detesto questo genere di situazioni e già immagino la scena imbarazzante Farah VS controllore. E presa da questo turbinio di pensieri non mi accorgo del bus che fa il primo stop e del ragazzo che prima di scendere si avvicina e mi porge il suo biglietto con un sorriso: “prendilo pure, io scendo qui”.

Beh, io non sono riuscita nemmeno a ringraziarlo. Avevo perso le parole grazie a quell’improvviso e inaspettato atto di gentilezza. Con il senno di poi mi rendo conto della reazione di sicuro esagerata e amplificata dallo stress che ho avuto, ma ricordo bene la lacrima che mi ha rigato la guancia su quell’autobus. E’ stato infatti inevitabile per me iniziare a pensare a quanto sarebbe bello e costruttivo se ognuno di noi si comportasse con gentilezza, se mettessimo tutti un pizzico d’amore nelle nostre azioni quotidiane. Siamo così presi da noi stessi, così insoddisfatti e così abituati a lamentarci che anche un piccolo gesto sembra enorme. Vado su Facebook e vedo litigi, rancore e commenti allucinanti, accedo ad Instagram e giù anche lì con gli insulti su tutto e tutti. Sembriamo tutti sempre tanto, troppo arrabbiati. Ma perché? Perché la gentilezza oggi addirittura stupisce invece di essere la sacrosanta normalità? Eppure basta così poco. Una porta tenuta aperta in un negozio, una chiacchiera scambiata con un anziano, un semplice sorriso. A volte mi sembra quasi che ci si dimentica come si fa a curvare le labbra verso l’alto e anche se nel mio piccolo magari non cambierò il mondo, io ho deciso che il mio contributo lo voglio proprio dare.

Ma come posso io non celebrarti vita?

Il mio Novembre in 3 parole?

Boston. Amiche. Cuore.

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