[Soundtrack consigliata: Next To Me – Imagine Dragons]
Aprile è appena finito e con lui si è concluso un periodo davvero sereno. Un periodo fatto di abbracci, di energia positiva, di fotografie, di risate, di passioni coltivate. Soprattutto una. Indovinate un po’? Sì, ovviamente sto parlando dei viaggi.
Negli ultimi mesi sono stata nella mia Calabria, ho conosciuto altri posti bellissimi della Romagna, ho vissuto due settimane estremamente divertenti e rilassanti a Cuba e infine sono stata proprio ad Aprile in una città che volevo visitare da tanto tempo: Stoccolma. Una città meravigliosa che è stata fonte di tantissime riflessioni.
Per la prima volta ho scoperto infatti la cultura nordica, lo stile di vita, la qualità delle giornate, dell’aria, dei servizi. E sono tante le cose che mi hanno colpita. La prima fra tutte è stata senza dubbio la figura paterna. O meglio, la figura dell’uomo in generale. Ovunque mi girassi, ho incrociato decine e decine di papà a spasso con i propri figli, papà intenti a spingere passeggini, papà indaffarati a dare poppate di latte con i biberon, papà sereni con un bimbo sulle spalle e l’altro per mano, papà rincorrere i pargoli nei parchi e potrei continuare con tantissimi altri scenari. Ho persino incrociato in tv la pubblicità di un aspirapolvere e indovinate chi è che sistemava casa? Un uomo, precisamente un papà che ripuliva i disastri casalinghi di un figlio particolarmente vivace.
Ecco, tutto questo mi ha fatto abbastanza riflettere. Perché di pubblicità del genere non ne avevo mai viste prima e perché papà in giro in Italia si che ne vedo, ma non così. Perché sento le mie amiche mamme sconvolte dal fatto che i loro compagni hanno solo 4 giorni di paternità dopo la nascita del proprio figlio. E poi perché mi sono un po’ informata e in Svezia i genitori hanno entrambi due settimane di congedo post parto più un totale di 480 giorni da utilizzare nei mesi seguenti e da dividere tra loro in modo tale che il bambino non stia mai con una baby-sitter. Il tutto con l’80% dello stipendio nel frattempo pagato. Beh, come posso non riflettere su tutto questo? Come posso non farmi domande sulla società in cui viviamo, su quello che ci viene imposto, sulle tutele che (non) abbiamo, sul fatto che purtroppo molto spesso ci ritroviamo a lavorare per vivere dovendo per forza mettere in un angolo quelle che sono le nostre vere priorità? Ecco, il viaggio a Stoccolma ha scatenato giusto alcune domande per le quali cerco ancora una risposta. Ma nel frattempo non mi scoraggio e mi preparo per il prossimo viaggio con destinazione a sorpresa, vi svelerò tutto nelle Stories il 12 Maggio!
So thank you for taking a chance on me
I know it isn’t easy
But I hope to be worth it
Il mio Aprile in 3 parole?
Tutela. Famiglia. Primavera.