Bernauer Straße. Questa è la strada che conduce ad uno dei luoghi nel mondo che probabilmente non dimenticherò mai. La giornata è grigia con improvvise e timide ondate di sole. Fa freddo e il quartiere è silenzioso, fin troppo. Le persone presenti sono poche e tutte hanno un’espressione greve sul viso, vedo date e gigantografie impresse sui fianchi dei condomìni e, avvicinandomi, scorgo pian piano i resti di quell’abominio di muro che ha diviso Berlino per ben 28 anni.
Su Bernauer Straße ci sono 60 metri di muro. 60 metri di ferro e cemento malridotto che testimoniano un passato che definire tragico è riduttivo. Camminando sul marciapiede è impossibile non rivolgere lo sguardo verso il basso, proprio su quelle placche di ottone che indicano i punti esatti in cui uomini, donne e bambini sono stati fucilati, colpevoli di un sentimento chiamato disperazione. Nel 1978 una madre che cerca di scappare con il proprio figlio. Poco più avanti un’altra placca, quella di un giovane che nel 1983 cerca di scappare per raggiungere la propria famiglia. E ancora quella di un uomo che nel 1988 preferisce farsi ammazzare piuttosto che continuare a vivere in quelle condizioni e ancora quella di un bambino che si è avvicinato troppo ad un luogo assolutamente vietato. Storie che si intrecciano, che hanno tutte lo stesso destino, e leggere quelle date mi fa rabbrividire. E’ storia recente, così vicina a noi. E spesso ce ne dimentichiamo o facciamo finta che non sia mai avvenuta.
Dietro al muro c’è una parete che sorregge tante fotografie in bianco e nero. Volti e sguardi che ti lacerano dentro. Viene chiamata la Finestra del Ricordo, per tutte quelle persone che hanno perso la vita proprio su quella strada. Ogni foto ha il suo nome e le sue due date, di nascita e di morte. Viene spontaneo cominciare a fare i calcoli nella propria mente: 8, 25, 34 anni e così via. Età piene di sogni.
Un lumino rosso acceso, 2 rose bianche e, poco più avanti, una semplice croce di legno.
Sui palazzi di Bernauer Straße e della consecutiva Ackerstraße vi sono grandi immagini, in ricordo di come quella strada appariva anni prima, durante la guerra. C’è una vecchia torre di guardia sulla quale è possibile salire per ricostruire mentalmente la Berlino del tempo, divisa da quel maledetto muro. C’è la Cappella della Conciliazione, dove si svolgono regolarmente funzioni religiose in memoria delle persone uccise. C’è un centro visitatori, aperto al pubblico.
Ma soprattutto c’è un’atmosfera che, a Berlino, non ho ritrovato in nessun altro posto. Nemmeno lungo l’East Side Gallery. C’è un sentimento mesto di commemorazione, quasi riservato ed intimo. C’è il ricordo vero, non quello artefatto del Checkpoint Charlie. C’è lo sgomento, c’è il dolore palpabile, c’è la rabbia. C’è una ferita non ancora cicatrizzata né coperta da strati e strati di modernità, usata a Berlino come se fosse un cerotto. C’è Berlino nella sua veste più semplice e autentica, quella che mi è piaciuta di più, racchiusa in un angolo della città forse meno conosciuto e che consiglio con tutto il cuore.
Il Memoriale del Muro di Berlino si può raggiungere con la linea U8 della metropolitana, fermata Bernauer Straße.
28 Comments
Conosco bene questa strada e ancor meglio le emozioni che si provano. Hai scritto un post bellissimo tesoro :*
Grazie tesoro… è molto triste scrivere di queste cose, ma quando hai voglia e bisogno di parlare di un luogo non riesci a bloccare il flusso di parole. Questo posto mi ha segnata molto.
Ti abbraccio!
Berlino è davvero così,i ricordi si sentono, si percepiscono.
Tu l’hai saputa descrivere in maniera perfetta 🙂
Grazie ragazzi!
Credo proprio che dovrò tornarci a Berlino, sapete? Non riesco ancora ad esprimere un giudizio su di lei… 😉
bel post!
Grazie Jack! Che bello ricevere questo commento da lontano 😉
Berlino mi ha lasciata con una sensazione strana addosso.. “E’ storia recente, così vicina a noi. E spesso ce ne dimentichiamo o facciamo finta che non sia mai avvenuta.” Quanto hai ragione. Sembra un tempo lontano eppure sono passati così pochi anni..
Si, è una sensazione che provo spesso. Sembra si stia parlando di storia così lontana, e invece io ero nata quando il muro era ancora lì… e anche tu… è così assurdo. Sensazione strana, capisco benissimo!
Un abbraccio cuore <3
Grazie perchè guardando le tue foto ci stiamo accorgendo del peso di questo luogo che noi purtroppo abbiamo attraversato di sera, in un tardo pomeriggio di novembre.. parole intense!
Grazie a voi ragazzi, sono contenta di essere riuscita a trasmettervi delle sensazioni… conta molto per me.
Vi abbraccio!
E’ pazzesco che sia storia di una trentina d’anni fa. Sono nata che quel muro esisteva ancora…
Non voglio fare la tragica moralista, ma viviamo in un mondo che sembra inizi a dimenticare; leggere e vedere queste realtà penso sia utile proprio per non dimenticare.
Sì Alice, facciamo parte di una generazione strana noi… ne abbiamo vissute di tutti i colori dall’infanzia all’età… mmm… in che età siamo? 🙂
Spero davvero che i futuri giovani non dimentichino mai ciò che è accaduto!
Un abbraccio forte**
Bellissimo post! Sono stata a Berlino due volte, la seconda in coincidenza con le celebrazioni per i 25 anni dalla caduta. Sono passata da Bernauer Str di sera, con il “muro di palloncini” acceso, impressione fortissima e anche io credo non dimenticherò mai questo posto.
Durante la celebrazione dei 25 anni deve essere stato senz’altro “fortissimo” come impatto… mi sarebbe piaciuto assistere!
Davvero un luogo speciale.
Ciao Elena! :*
Si, è stato davvero di forte impatto emotivo. Un’esperienza unica.
http://elena-cittadinadelmondo.blogspot.it/2014/11/camminare-nella-storia.html
Mai stata a Berlino ma spero di andarci presto. Questo tuo post è toccante, davvero.
Con le tue foto mi sembra di sentire anche i suoni: le voci dei visitatori, il silenzio sordo di un luogo solenne che di disperazione ne ha vista fin troppa…
Brava!
E’ sempre bello sapere di essere riuscita a trasmettere certe sensazioni.
Grazie Stefy <3 Berlino ti chiamerà prima o poi, ne sono sicura!
Sono stata a Berlino ben due volte ed anch’io ho lasciato traccia nel mio blog delle emozioni provate nel visitare questa città in continua trasformazione. La strada o il luogo da te descritto non l’ho visto e mi dispiace tantissimo. Un abbraccio Bea
ho letto i tuoi articoli su Berlino e me l’hai fatta decisamente rivivere!
Io sono sicura che un giorno a Berlino ci tornerò… e spero ci tornerai anche tu, magari a Bernauer Straße 😉 Un abbraccio e grazie!
Grazie a te Farah per aver rivisto Berlino attraverso i miei post. E’ inutile negare che ogni lettura, ogni commento mi entusiasma tantissimo. Ciaoo e buona domenica Bea
Oggi ho visto una fotografia di McCurry in cui c’era un ragazzo dall’altra parte del Muro. Forse era una guardia… non saprei… hai avuto la stessa idea di McCurry!!! Sappilo e sii orgogliosa! 🙂
Oddio… ma con un commento così io piango eh! 🙂
Grazie di cuore…
p.s.: che bello ritrovarti qui!
Finalmente l’ho letto…. non sono ancora stata a Berlino, ma so già che con la sua storia non mi potrà lasciare indifferente!!
Hai una capacità a descrivere le emozioni dei tuoi viaggi che fa paura <3
Riesci sempre a farmi arrossire tu. <3
Grazie Elisa… e sono sicura che no, non potrà mai lasciarti indifferente. Unica.
Questo posto è stata la nostra prima tappa berlinese. Avendo l’ostello a due passi non ho perso tempo per andare a visitarlo.
Incredibile e quasi impossibile descriverne le sensazioni provate, soprattutto se lo visiti con un piccolo ottomesenne che guarda quelle foto mentre sembra chiedersi come mai ci fossero così tanti bimbi ritratti. Incrocia il tuo sguardo cercando di trovare proprio lì le risposte che cerca ma tua da mamma puoi solo abbracciarlo e sperare di poterlo proteggere da quel male che solo noi essere umani riusciamo a farci. No, quelle risposte non le avrà mai.
Questo post è riuscito a farmi tornare quei brividi.
Ciccino non potrà non avere occhioni e cuori sensibili, con una mamma come te. Vabbè dai, anche grazie al papà 😉
Ti abbraccio amica, grazie di <3
Ho vissuto a Berlino per 6 mesi e ti posso assicurare che è indimenticabile! Spero ti sia piaciuta come è piaciuta a me !!
Non sai quanto ci vorrei tornare! 🙂